Di Filippo Nardozza.
Il servizio gratuito messo a disposizione
dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia con WeMi, (sistema per il welfare
del Comune di Milano) giunge al termine degli otto mesi di sperimentazione, con
circa 700 persone incontrate: solitudine, depressione (che affligge un milanese
su cinque), rapporti genitori-figli, relazioni di vicinato e di quartiere i
problemi più segnalati, insieme alle difficoltà di assistere genitori anziani, familiari
con disabilità o patologie
croniche importanti. Bettiga (Ordine degli Psicologi): “Resta difficile
intercettare bisogni complessi, legati sia a difficoltà personali e famigliari, sia a problematiche
come la povertà e il rischio di
esclusione sociale”.
Otto mesi di
ascolto e di orientamentonei quartieri, libero e gratuito, attraverso
la rete deglispazi WeMi,
quelli del sistema del welfare milanese presenti in ciascuno dei 9
Municipi che compongono il capoluogo lombardo; otto mesi di presenza sul
territorio per chi necessita una prima assistenza psicologica. E i promotori
del servizio “Psicologi di quartiere” – Ordine degli Psicologi della
Lombardia e Comune di Milano – tracciano un primo bilancio su uno
strumento che ha aiutato da aprile scorso ad ora quasi settecento persone,
considerando gli accessi diretti agli spazi fisici presenti e le richieste
pervenute tramite le associazioni locali. Un servizio rivelatosi ben accetto e
che – auspicabilmente – sarà riconfermato, se non potenziato.
“La rete degli
spazi WeMi – dichiara
l’Assessore
alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – è nata per
creare dei poli, dei punti di riferimento riconoscibili all’interno
dei quali tutti i cittadini potessero accedere all’offerta
completa dei servizi domiciliari presenti in città e,
in particolare, in ciascun quartiere; sia i servizi del Comune di Milano che
quelli attivati dal Terzo Settore. Le iniziative e le attività rivolte
alle persone e alle famiglie sono cresciute in questi anni e ora è il momento
di ricomporle e di riordinarle perché il quadro rischia di risultare
frammentato”.
In questa rete si è
dunque collocato lo Psicologo di quartiere, con lo scopo di integrare la
domanda di supporto psicologico con l’offerta di servizi
pubblici e privati presenti sul territorio. “L’intenzione
è quella di aggiungere nuovi servizi perché questi hub diventino sempre più un
punto di riferimento per i diversi territori – prosegue l’Assessore
– Il progetto ‘Psicologi di quartiere’ va
proprio in questa direzione e ha avuto il merito di introdurre in questi luoghi
un’utenza diversa da quella fin qui conosciuta. Sulla base
di questi risultati, avvieremo una interlocuzione per la prosecuzione dell’iniziativa
e cercheremo di avvicinare a WeMi nuovi servizi”.
Il benessere
psicologico e i problemi più segnalati
“Nonostante le
peculiarità sociali, culturali e materiali dei vari quartieri, in
questi mesi sono emersi disagi e problematiche decisamente trasversali alla
città di Milano, ovvero indipendenti dalla zona in cui si
vive o si concentrano i propri interessi. Le segnalazioni più numerose
riguardano la solitudine, la depressione (che affligge un milanese su cinque),
i rapporti genitori-figli, le relazioni di vicinato – hanno commentato Barbara Bertani,
referente del progetto per l’Ordine degli
Psicologi della Lombardia, e Armando Toscano, coordinatore
-. Tante anche le richieste legate alla difficoltà di
assistere genitori anziani, famigliari con disabilità o
patologie croniche importanti. Abbiamo raccolto infine qualche caso di violenza
e maltrattamento, subito indirizzato verso i canali competenti”.“La
salute mentale e il benessere psicologico sono aspetti fondamentali della
qualità della
vita, non solo dei singoli individui, ma anche delle comunità. In Lombardia e in particolare a Milano
esistono validissimi servizi e strutture a cui i cittadini possono rivolgersi,
tuttavia resta difficile intercettare bisogni complessi, legati sia a
difficoltà personali
e famigliari, sia a problematiche come la povertà e il rischio di esclusione sociale – ha sottolineato Riccardo Bettiga, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia -. Lo
psicologo deve essere sempre più vicino alle persone, ed è per questo che
stiamo lavorando per estendere l’esperienza degli Psicologi di Quartiere, iniziativa il cui modello è potenzialmente
replicabile fino al livello nazionale”. Il
progetto permette alle persone di contattare gli psicologi di quartiere gratuitamente
e senza bisogno di appuntamento, nelle sedi e secondo il calendario
riportato sul portale www.wemi.milano.it. In sinergia con gli operatori di WeMi
che sono attivi nei quartieri da diversi anni e hanno quindi creato contatti
con tutti gli attori presenti sul territorio, essi hanno offerto un primo
ascolto gratuito e competente, indirizzando ogni cittadino alle strutture e
alle soluzioni disponibili sul territorio. L’iniziativa ha messo in luce la necessità di intensificare la collaborazione tra i servizi
attivi sul territorio, con l’obiettivo di dare una soluzione adeguata e tempestiva anche ai bisogni
più complessi. Si sta quindi lavorando per dare continuità al servizio e potenziarlo in questa direzione