Di Filippo
Nardozza.
La nona edizione di Olio Officina Festival,
al Palazzo delle Stelline di Milano, ha messo in evidenza, anche attraverso
l’arte e la creatività, il ruolo aggregante e propulsore di vita nuova che ha
questo alimento.
Che “l’oro liquido” che quotidianamente appare sulle nostre
tavole non sia soltanto un condimento, è fatto chiaro ed evidente a chiunque provi ad andare un attimo al di
là del gesto meccanico di insaporire un’insalata. Che possa
essere addirittura un elemento di comunanza tra popoli e culture, lo è forse un po’ meno.
Ma è proprio questo
il messaggio che vuole emergere dalla nona edizione di Olio Officina
Festival, l’happening ideato dallo scrittore, giornalista e oleologo Luigi
Caricato, che si è concluso sabato scorso al Palazzo delle Stelline e che
nel sessantesimo anniversario della categoria merceologica “extra
vergine di oliva” ha proposto un tema quantomai profondo: L’Olio dei
Popoli.
Da coltura
tipicamente mediterranea, conosciuta e sfruttata da oltre 5.000 anni, l’olivo e
il suo prezioso derivato sono usciti dal loro bacino di origine (già di per sé
estremamente variegato dal punto di vista culturale), iniziando a essere
conosciuti anche a grande distanza, in India, in Cina, in Giappone.
Ma il tema Olio
dei Popoli è da intendere in senso totale – fa notare
Caricato: “l’olio che tutti i
popoli consumano, in ogni angolo del mondo. Gli oli tutti, senza trascurare
nessun olio. L’olio ricavato dall’oliva,
in particolare, che da alimento etnico è diventato
alimento interetnico, consumato in tutti i continenti e che di
fatto diventa un olio universale, proprio per le sue virtù salutistiche che lo
rendono diverso e di qualità superiore.
L’olio
è simbolo di pace e in questa epoca in cui si innalzano muri, l’olio
va oltre e rappresenta il simbolo della fratellanza e della condivisione, della
universalità. Così come l’olio
entrando in relazione con il cibo unisce e aggrega, allo stesso modo l’olio
unisce tra loro i popoli, al di là di religioni e appartenenze
ideologiche.”
Al di là delle
esposizioni di prodotti di pregio e dei laboratori di assaggio, con abbinamenti
anche insoliti (oltre al prodotto puro, sono state presentate originali
macinazioni di olivo con erbe aromatiche, Olio Officina Festival è stato ancora
una volta occasione di riflessione e creazione artistica. Gli stendardi
illustrati che dominavano il chiostro del Palazzo, sono il frutto della
collaborazione con gli studenti di Illustrazione e Animazione IED Milano,
i quali, attraverso il linguaggio universale delle immagine (accompagnato anche
da proiezioni video), hanno espresso il ruolo aggregante dell’Olio, ciascuno
facendo ricorso a quanto il tema stimolava a livello personale.
L’OLIO PER LA DONNA
“You, l’olio
per te donna” è il nome del progetto tutto al femminile di Sommariva
Tradizione Agricola, presentato a Olio Officina Festival 2020. A parlarne è
stata la stessa ideatrice e promotrice, Alice Sommariva, e con lei la
giornalista televisiva Francesca Carollo e la cantautrice e conduttrice
televisiva Jo Squillo, dell’Associazione Wall
of Dolls. You è un olio evo monocultivar Taggiasca, pensato per tutte le
donne che ogni giorno combattono una propria personale battaglia, o contro
una malattia, o contro la violenza fisica, psicologica e sessuale, o contro la
discriminazione di genere o contro il body shaming. Le olive da cui l’olio
viene estratto provengono da terreni appartenenti a donne e sempre da loro
stesse coltivati. Il progetto ha una importante valenza simbolica, anche in ragione
del fatto che parte del ricavato della vendita viene devoluto in beneficenza.
DRAMMA SOTTOCOSTO, UN MERCATO AVVILITO
Non tutto è oro ciò
che luccica. Se è a tutti gli effetti un grande alimento, da tutti universalmente
ritenuto un functional food, il mercato
tuttavia non riesce ad assegnare il giusto valore a un prodotto come l’olio
extra vergine di oliva cui, addirittura, una
corrente di pensiero attribuisce a buon diritto il ruolo di alimento “nutraceutico”.
Malgrado questo viene di fatto minacciato il valore e l’onorabilità stessa
degli oli. L’occasione
dei 60 anni dell’extra
vergine è anche quella che ci consente di dire stop al sottocosto praticato
in maniera selvaggia dalla Grande distribuzione organizzata. Possibili
soluzioni e alternative ci sarebbero, e proprio per questo a OOF 2020 è stato
elaborato un documento ufficiale da porre all’attenzione
dei buyer della Gdo. A discuterne, tra gli altri, il direttore generale di
Assitol Andrea Carrassi, il direttore commerciale di Salov Mauro Tosini, l’analista
di mercato Daniele Tirelli e altri imprenditori del settore.
LA TUTELA DELLA
QUALITA’
Nella produzione
degli oli da olive c’è sempre stato il tentativo di raggiungere le vette della
qualità,
e di conseguenza si rende sempre più necessario organizzarsi in un
“disciplinare di produzione” dai parametri severi, in modo che la qualità sia
oggettivamente riconoscibile e certificata. Ecco allora l’adozione
di un bollino internazionale per l’alta
qualità degli oli extra vergini di oliva, frutto di una preziosa
collaborazione tra due consorzi, Ceq Italia e QVExtra!, entrambi
particolarmente sensibili alle produzioni d’eccellenza
e che proprio per questo hanno stretto un accordo per condividere un bollino
che favorisce una corretta ed efficace visibilità sul
mercato.
*Nell’immagine:
illustrazione di Eugenia Erba,
studentessa IED