Una camera d’albergo proprio per tutti, in grado di accogliere
nel massimo comfort e funzionalità sia normodotati sia
persone portatrici di disabilità di vario tipo, senza rinunciare al design, anche
dal punto di vista estetico. Nell’ottica di un turismo – milanese e non solo –
sempre più inclusivo.
A lavorare in
questa direzione ha iniziato dallo scorso anno – facendo leva sulla
progettualità creativa dei suoi studenti – l’Istituto Europeo di Design,
nell’ambito del progetto Hoteling for All promosso con Comune
di Milano e Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi.
Un’iniziativa nata
nel 2017 all’interno
del Tavolo del Turismo – gruppo Turismo Accessibile di Camera e condivisa con
Assolombarda, APAM – Associazione Albergatori Milano di Confcommercio, Rescasa
Lombardia e Assobagno di FederlegnoArredo, partendo dalla necessità di
lavorare perché l’accessibilità non
rimanga solo un argomento di interesse delle persone con bisogni speciali (diversamente
abili, anziani, famiglie con bambini piccoli, ecc..), ma che se ne comprenda
anche la dimensione economica sottostante e ci si adoperi perché questo venga
ampiamente compreso a tutti i livelli. E perché Milano diventi più
accogliente.
Da qui dunque
le soluzioni letto/bagno presentate lo scorso anno da 5 gruppi di
diplomandi IED e declinate in altrettante proposte di design – impiegando in un
caso anche l’intelligenza
artificiale – per una camera d’albergo
che tenga in considerazione le necessità di portatori di
bisogni diversi, ma che allo stesso tempo sia una camera “gradita da tutti”,
anche da chi non presenta bisogni specifici.
Una camera
potenzialmente replicabile in tutti gli alberghi, ma al tempo stesso diversa
per tipologia d’albergo
che , attraverso soluzioni tecnologiche e di design, possa rispondere a diverse
criticità di
movimento e di vissuto in Hotel, con l’obiettivo di
offrire una nuova esperienza di soggiorno.
Un’intento questo
tanto determinato e necessario da far si che il progetto sia in corso anche
quest’anno presso i tesisti di Product e Interior Design dello IED di Milano,
sempre con il sostegno di Camera di Commercio e Comune, oltre che degli altri
partner.
Nello sviluppo del
progetto, sotto la guida di Attila Verres e Dario Gavezotti, sono stati
presi in considerazione finora utenti normodotati, persone con disabilità temporanee, ipovedenti, non vedenti, ipoudenti, non
udenti, paraplegici e tetraplegici. Quest’anno, con il docente Libero
Rutilo, oggetto di studio anche le necessità di persone con disabilità
psichica.
Prima a lanciare
l’input per il progetto, ai suoi albori, la Delegata del Sindaco Sala alle Politiche
per l’Accessibilità, l’avvocato Lisa Noja, costretta in prima
persona su una carrozzina, che sembra però non limitare la sua voglia di fare e
porsi a servizio della società: “Un’iniziativa
davvero meritevole, perché lavorare sull’accessibilità significa
rendere Milano ancora più accogliente e in grado di attrarre proprio tutti, in
modo che nessuno debba rinunciare a viaggiare e visitare la nostra città.
Per questo ringraziamo l’Istituto Europeo di
Design e tutti i soggetti che hanno collaborato a questo progetto, perché
costruire e diffondere la cultura dell’accessibilità,
partendo proprio da
dove si formano
progettisti e designer, è un passo fondamentale verso questo obiettivo”.
A spingere il
progetto anche necessità di tipo prettamente gestionale, come da
commento di Maurizio Naro,
Presidente APAM –
Associazione Albergatori Milano. “Un anno fa abbiamo proposto questo
progetto per risolvere un problema sentito da noi albergatori: le camere per
disabili hanno purtroppo un aspetto, soprattutto nel bagno, troppo ospedaliero
e questo implica che il cliente normodotato non accetti di vedersi assegnata
questa tipologia di camera nonostante le dimensioni maggiori. I gruppi di
studenti Ied che abbiamo valutato, oltre a presentare progetti molto validi e
funzionali alla nostra attività, hanno anche
dimostrato di essersi appassionati al tema e di essere entrati in empatia
con le persone che hanno intervistato per conoscere in dettaglio le
principali problematiche che i portatori di disabilità incontrano
quando viaggiano”.
La Redazione