Di Filippo
Nardozza.
A marzo e ad
aprile, in pieno lockdown, picco di contatti al 1522, il numero (ma anche
l’app) del Dipartimento per le Pari Opportunità rivolto a chi teme o subisce
violenze. Solo su aprile l’incremento è di 640 telefonate rispetto al 2019,
dicono i dati del Ministero, in un 2020 che dal suo inizio fa registrare già 22
femminicidi.
Ma “non sei sola”,
#LiberaPuoi, afferma la campagna di comunicazione attivata proprio per
ricordare alle tante donne che lockdown non significa abbandono. A completare
l’aiuto è anche l’app Youpol della
Polizia di Stato per la segnalazione di violenza domestiche, anche in
anonimato, così come il sostegno della rete delle farmacie.
Una settimana fa,
in piena emergenza e isolamento da Covid-19, a Truccazzano, nell’est milanese,
una donna moriva per un colpo di fucile indirizzato al suo volto dall’ex
compagno. Presto si sarebbe appurato che il reo confesso era stato accolto in
casa, da un paio di settimane, dalla stessa vittima, a causa del lockdown
(l’uomo, operaio in Alto Adige, era infatti bloccato in Lombardia), pur
mettendo in chiaro la fine della relazione.
Alessandra era
tranviera a Milano. Qualche giorno dopo, al deposito Leoncavallo dell’ATM, i
colleghi, commossi, osservavano un minuto di silenzio per la 47enne che non si
alternerà più con loro alla guida delle linee dei gambe de legn del
Capoluogo.
Il terzo dramma
fatale e accertato che si è consumato fra le pareti
domestiche in Lombardia dall’inizio della
quarantena (costringendo ancora di più sotto lo stesso tetto vittime e
carnefici di violenze fisiche e psicologiche, più o meno esplicite)
e che si aggiunge ai tanti crimini contro le donne in tutto il Paese fa riflettere
sull’importanza di sapere che l’aiuto è aperto anche ora, malgrado la “chiusura” e l’isolamento
forzato. E
le cifre, purtroppo alte, dimostrano che per fortuna questa consapevolezza c’è.
Il numero (e l’app)
antiviolenza e antistalking 1522, attivato dal Dipartimento per le Pari
Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri è quantomai operativo,
anzi registra a marzo e ad aprile più che mai un record di chiamate.
Da qualche
settimana la Presidenza del Consiglio è in campagna tv e social con #LiberaPuoi proprio per ricordare
l’esistenza di questo servizio a cui si può chiedere aiuto anche ora. “Dobbiamo
stare a casa, ma se la casa per voi e per i vostri figli è solo un luogo di violenza
e di paura, potete chiedere aiuto. Le case rifugio e incentri antiviolenza sono
aperti – recita lo spot, con le voci di personaggi noti come Giuliano
Sangiorgi, Fiorella Mannoia, Paola Turci, Paola Cortellesi, tra gli altri.–
Alza il telefono e chiama il 1522 oppure scarica l’app per chattare con una
operatrice. La porta per uscire dalla violenza si può sempre aprire”.
I NUMERI E LE
STRADE
Mentre i mesi di
gennaio e febbraio 2020 registravano un decremento nell’utilizzo
del servizio sia rispetto agli stessi mesi del 2019 (455 telefonate a gennaio
2020 contro le 623 del gennaio 2019; 508 nel febbraio 2020, 528 nel febbraio
2019) sia rispetto al dato medio mensile di telefonate del 2019 (587
telefonate), durante il lockdown da Covid-19 è cresciuto il numero di donne
che si sono rivolte al numero di pubblica utilità.
Nel mese di marzo i
contatti sono stati 716 (erano 670 nel marzo 2019), mentre dal 1 al 18
aprile 2020 sono saliti a 1037 (397 nello stesso periodo del 2019). Da
rilevare, inoltre, la crescita nell’utilizzo della app
1522, oltre alla linea telefonica. “È utile in condizioni in cui anche fare
una telefonata espone una donna a ulteriori rischi per la propria incolumità”
– spiega
la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena
Bonetti.
“Questi numeri sono
un segno che ci dice l’emersione di un
fenomeno purtroppo nascosto, difficile da contrastare proprio nella misura in
cui più viene taciuto mentre si consuma nelle mura domestiche. Una delle nostre
preoccupazioni ha sempre riguardato, dall’inizio
dell’epidemia, le conseguenze che lo stare a casa
avrebbe comportato per le categorie più fragili. Il 1522 – contattabile
sia chiamando sia tramite app, attivo 24 ore su 24, disponibile in italiano e
in altre 4 lingue (inglese, francese, spagnolo e arabo) – è uno strumento
fondamentale in questa lotta.
L’opera
di informazione che i media stanno svolgendo in queste ore – prosegue la
Ministra – è cruciale per diffondere il messaggio alle donne che ne hanno
bisogno per salvare se stesse e i propri figli. Vorrei inoltre ricordare l’app
Youpol della Polizia di Stato, per la segnalazione di violenza
domestiche, anche in anonimato, alle questure. Così come il sostegno della rete
delle farmacie che, con l’accordo
recentemente raggiunto con il Dipartimento per le Pari Opportunità,
si aggiungono come un presidio informativo fondamentale per l’accesso
al 1522”.