Fuori
posto. Perché negarlo o fare finta di niente? In “direzione
ostinata e contraria” cantava Fabrizio De André, questa è la condizione
necessaria per riuscire a respirare da persona libera. Libera di pensare e
sognare, consapevole che ogni alba chiude quasi sempre la porta ai sogni che
ogni notte ritornano, bussano alla porta e chiedono di entrare un’altra volta.
Hanno bisogno di ospitalità i sogni, qualche volta la chiedono con gentilezza e
altre volte con rabbia. Guardo fuori dalla finestra e il giardino di casa non
mi piace, mi guarda con un sorriso freddo che racconta indifferenza. Sulla
strada che cammina accanto a quel giardino si mescolano problemi e miserie, una
società sempre più spaccata e divisa da un muro che diventa sempre più alto. Si
muore nel Mediterraneo o dentro il container che un maledetto TIR porta in giro
per l’Europa e arriva a Londra, Caronte traghetta sempre anime e corpi da una
riva all’altra del fiume ma il mondo ha altro da fare… chissenefrega dei
migranti e dei disperati, chissenefrega dei curdi, del Cile che rivede i carri
armati e l’ombra del passato sulle strade di Santiago: le cronache raccontano delle violenze e della
repressione militare in Cile, dei morti e delle torture nelle strade e nelle
stazioni di polizia, degli arresti, delle immense e coraggiose manifestazioni
di popolo in un Paese che vuole scacciare il fantasma della dittatura di
Pinochet. È una situazione drammatica che però non interessa al Parlamento
europeo di Bruxelles che boccia e rifiuta quasi sdegnato anche la proposta di un
semplice dibattito sulla situazione a Santiago.
Il mondo cammina su strade diverse, il profumo
dell’utopia contro l’odore dei soldi e la ragione del più forte. Da una parte
camminano i fuori posto, i pesci rossi che non vogliono saperne di stare
nell’acquario preparato dagli altri, i sognatori, gli arrabbiati e gli esclusi che
ogni giorno sanno come inventarsi una ragione per andare avanti comunque.
Dall’altra parte della strada camminano gli automi, gli integrati, i razionali
che sanno sempre da che parte stare e sempre capaci di salire sul carro giusto
al momento giusto, come quelli che non sono razzisti ma … che un giorno hanno
condiviso e votato il decreto sicurezza e la chiusura dei porti, e per non lasciare dubbi hanno poi ribadito il
concetto anche al Parlamento Europeo, solo pochi giorni fa: https://ilmanifesto.it/strasburgo-dice-no-alle-ong-respinta-risoluzione-porti-aperti/
Poi quelli che non sono fascisti ma, sempre loro, hanno
votato al Parlamento Europeo la mozione che equipara il comunismo al fascismo. Quelli
che si vergognano di un passato e una storia che oggi rinnegano per una
manciata di voti. Quelli che … la lotta di classe non esiste più, appartiene al
passato, e intanto cancellano ogni traccia di umanità guardando con
indifferenza ai morti sul lavoro. Il mondo da sempre è diviso in classi
sociali, si tratta solo di decidere in quale aula sedersi e scegliere la classe
che si sente come propria e cui appartenere. Quelli che guardano con fastidio e
disprezzo quel l’articolo 1 della Costituzione così antico e nobile: “L’Italia
è una Repubblica fondata sul lavoro…”. Quelli che… l’Italia delle eccellenze.
Già, le eccellenze. In Italia sono tante le aziende che nutrono e ingrassano il
loro fatturato con il sangue di chi non è riuscito a scappare dalle tante
guerre che anche noi alimentiamo. Noi non vendiamo fionde ma armi sofisticate: sistemi
di puntamento intelligente, fino a poco tempo fa le mine antiuomo. Sono le
fabbriche che non conoscono la crisi, e molte di loro sono considerate “le
eccellenze”. https://www.ilpost.it/2019/06/09/armi-italia-esportazioni/
Sui curdi che oggi conoscono l’ennesima guerra e l’ultima
persecuzione della loro storia spariamo anche noi, Italiani brava gente. A
quanto ammonta il reale valore delle commesse acquisite dalle”eccellenze”
italiane per vendere armi e sistemi di arma alla Turchia? Si tratta di Elicotteri
da guerra e Sistemi di precisione oltre alle normali armi da fuoco. Quanti
Consigli di Amministrazione hanno le mani sporche? Anche il Sistema bancario
entra nel salotto buono delle eccellenze che vive sulle armi e sulle guerre: sono
molti gli istituti di credito accusati di aver finanziato operazioni in palese
violazione dei diritti umani, altre banche hanno ottenuto e ottengono ancora le
autorizzazioni a operare nel settore degli armamenti; quante sono le banche che
investono nei titoli di aziende che producono armi o parti essenziali per
costruire armi? Un articolo del 2017 raccontava meglio alcuni dettagli …
https://www.repubblica.it/solidarieta/equo-e-solidale/2017/05/04/news/banche-164589302/
Fuori
posto. Perché negarlo o fare finta di niente? Popolo di
santi, poeti e navigatori, Italiani brava gente si racconta in giro, lo si
racconta così bene che finiamo per credere che sia vero. Forse è anche vero, ma
solo in piccola parte: è quella parte che nonostante tutto continua a vivere e
pensare in “direzione ostinata e contraria” e non accetta maschere, non ha
paura di nulla e quando succede non lo dà a vedere, guarda in faccia la paura e
la scaccia con una scrollata di spalle, un’imprecazione e un sorriso di sfida.
Poi c’è l’altra parte: forte della propria arroganza e della propria ricchezza,
vera o presunta che sia. È quell’Italia dove … la mafia non esiste: mafia-capitale
a Roma è stato solo un errore, il fascismo è un’opinione e come tale ha diritto
di esistere, Mussolini ha fatto anche cose buone… e, comunque sia, prima gli
italiani. È l’Italia della guerra fra le
procure e fra le Istituzioni che smentiscono se stesse e la propria credibilità
in ogni occasione, dei salotti televisivi dove si fa politica nel modo più
becero e volgare. È l’Italia del bavaglio, perché l’informazione è sempre nelle
mani amiche o amiche degli amici. È l’Italia che annaspa nel fango della
corruzione e del clientelismo, che non riesce a rimettere in piedi nessun borgo
e nessuna città dopo un terremoto o un’alluvione, assente dal sociale ma che si
ritrova compatta quando si tratta di scaricare su altri tutte le colpe dei
propri fallimenti.
Fuori
posto. Perché negarlo o fare finta di niente? Sono fuori
posto e me ne farò una ragione, perchè quella “direzione ostinata e contraria” riesce
davvero a permettermi di respirare da persona libera. Il tempo e la vita
cambiano le persone, cambiano i percorsi e i compagni di strada e qualche volta
anche sulla stessa strada le persone si perdono senza una ragione precisa,
quasi senza rendersene conto. Certe sere viene a farti compagnia anche il dubbio,
prova a convincerti che forse non vale la pena cercare sempre una strada su cui
camminare e che forse sarebbe il caso di fermarsi ai bordi e fare finta di
niente. Il dubbio dura un attimo, e quando succede lo guardi in faccia e lo
allontani con una scrollata di spalle, un’imprecazione e un sorriso di sfida.
Domani poi ci penseremo, domani sarà sempre un altro giorno.
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