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Il Giorno Della Memoria Dimenticata
Di Maurizio Anelli.
Il 27 gennaio 1945 i soldati russi della 60ª Armata aprirono le porte del Campo di concentramento di Auschwitz, rivelando l’orrore di quel genocidio nazista che il mondo per tanti anni aveva finto di non vedere. Passeranno sessant’anni prima che la comunità internazionale sentisse il bisogno e il dovere di dedicare un giorno alla memoria di questo genocidio e, in seguito alla risoluzione 60/7 del Novembre 2005, la data del 27 gennaio è dedicata al ricordo della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico. Ma quante Shoah equanti genocidi ha conosciuto il mondo da quella notte del Novecento che ancora qualcuno nega e qualcuno addirittura rimpiange? Quanti chilometri di filo spinato e di muri sono ancora necessari perché nelle coscienze e nel cuore delle persone si capisca finalmente il senso di una vita diversa da quella che altri hanno disegnato e continuano a disegnare per noi ? In Italia il “Giorno della Memoria “ nasce prima del 2005, per la precisione nasce con la legge 20 luglio 2000 n. 211 che agli articolo 1 e 2 definisce così le finalità del Giorno della Memoria: “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”. http://www.camera.it/parlam/leggi/00211l.htm
Tutto a posto quindi, tutto in ordine con la coscienza e con la storia ? La legge esiste, dopo cinque anni c’è anche la Risoluzione dell’ONU e quindi …siamo tutti contenti. Invece NO, non bastano una legge e una dichiarazione dell’ONU a mettere a posto le coscienze. Non bastano, perché “La memoria è come il mare: può restituire brandelli di rottami a distanza di anni.” (Primo Levi). Non bastano perché oggi in Italia e in Europa il Giorno della Memoria è calpestato da quei Governi e da uelle Istituzioni che offendono quotidianamente i valori di uguaglianza e umana dignità, consapevoli di farlo e consci del nuovo mostro che stanno plasmando. Come, quando e dove ? Facciamoli i nomi e i cognomi, guardiamoli in faccia senza paura. Oggi quei treni che portavano ad Auschwitz-Birkenau, a Buchenwald e a Mauthausen rivivono nei muri costruiti ovunque, in Europa e non solo. Rivivono nella quotidianità del popolo palestinese e nella striscia di Gaza, rivivono nel massacro ormai secolare del popolo curdo. Rivivono nella rinascita dei movimenti xenofobi e nazisti che stanno riscrivendo la storia di Paesi come la Polonia e l’Ungheria e alzano nuovamente la voce nella stessa Germania. Rivivono nel muro che gli Stati Uniti d’America sognano ai confini con il Messico. Auschwitz-Birkenau, Buchenwald, Mauthausen … nessuno ha il diritto di dimenticare quei nomi e quei treni che hanno scritto una pagina spaventosa della storia umana.
Nel nostro Paese, che non ha mai voluto fare davvero i conti con il proprio passato fascista e con le proprie leggi razziali, la memoria è offesa e rimossa dalle politiche sui migranti, dalla tolleranza e dalla compiacenza con cui si guarda a movimenti e partiti xenofobi e razzisti che si richiamano apertamente al nazi-fascismo. Potremmo partire dall’agibilità politica concessa, fin dalla proclamazione della Repubblica, a persone coinvolte nella storia dell’Italia fascista: da Giorgio Almirante (segretario di redazione dal settembre 1938 della rivista “La Difesa della Razza”, promulgatore e firmatario nel 1938 delle Leggi Razziali in Italia), a Pino Romualdi (vicesegretario del Partito Fascista della Repubblica di Salò) e Artuto Michelini (vice federale di Roma). Importante ricordare questi nomi, perché il 26 dicembre 1946 nasce il Movimento Sociale Italiano (MSI) e fra i suoi fondatori troviamo questi reduci del ventennio fascista e della Repubblica Sociale Italiana. Oggi quel partito non esiste più ma esistono gli eredi di quella stagione di ricostituzione del fascismo. Oggi quella bandiera è portata avanti da Forza Nuova, da Casa Pound e da altri movimenti con l’arroganza e la violenza che ricorda la notte del Novecento. Ma chi ha permesso, o non ostacolato, la nascita e lo sviluppo di un Movimento apertamente fascista, legittimandolo ?
Oggi qualcuno prova a scrivere una storia altrettanto spaventosa, e noi tutti abbiamo il dovere e il diritto di non voltare la faccia di fronte a quello che sta succedendo. Il Teatro è il Mare Mediterraneo, trasformato in un gigantesco campo di concentramento. Da anni si è tornati a parlare di razza, e quando si torna a parlare di razza si comincia sempre a scrivere un brutto film, e troppi indifferenti fingono di non capire la trama e il finale. Ma un film ha sempre un regista, un produttore, attori protagonisti e soprattutto molte comparse.
Nel nostro Paese si sta scrivendo questo film e i nomi sono chiari e scritti in stampatello. Il regista si chiama Matteo Salvini, che in questo Governo muove tutti i fili: Vice-Presidente del Consiglio, Ministro degli Interni e molto altro. Lui decide di chiudere i porti e di negare l’accoglienza, di ignorare la Costituzione della Repubblica, di delegittimare un Sindaco e di svuotare un paese come Riace. Lui decide di incontrare i grandi leader reazionari e antidemocratici di Ungheria e Polonia, perché il Ministro degli Esteri non conta. Lui afferma che le denunce e i capi d’accusa della Magistratura sono medaglie da appendere al petto. Lui accusa le ONG di essere trafficanti di esseri umani. Lui è il padre di un decreto Sicurezza che rappresenta un insulto alla ragione e all’umanità. Lui Minaccia i sindaci di Palermo e di Napoli che si oppongono a quel decreto, lui tiene decine di persone allo stremo, ferme al largo di Catania e di Siracusa. Lui, uomo forte che parla in nome degli italiani prima di tutto. In questo Paese si sta cementando un clima di intolleranza etnica e razziale che non porta a nulla di umanamente accettabile. Ora bisogna fare il nome del produttore del film e qui il compito è più delicato, perché quando un Paese affida il proprio destino e le proprie sorti a persone come Matteo Salvini poi deve anche risponderne. E allora una parte rilevante dei cittadini di questo Paese sono i veri produttori del film, perché nel momento in cui si permette e si accetta tutto questo si diventa produttori e complici. Poi ci sono gli attori protagonisti: forze politiche silenti e striscianti di fronte al capo, Partiti e Istituzioni incapaci di esercitare le proprie funzioni, parlamentari che in cambio di qualche briciola di notorietà e di una manciata di voti accettano tutto. E poi le comparse: magistrati compiacenti come Carmelo Zuccaro,il Procuratore di Catania che da anni combatte la sua guerra privata alle ONG che salvano vite in mare, sulla base di semplici supposizioni personali ma senza l’ombra di una prova e di una seria indagine. http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/06/20/news/migranti-archiviata-l-inchiesta-sulla-ong-il-soccorso-in-mare-non-e-reato-1.323975
Poi c’è una parte dell’informazione, quella incapace di fare giornalismo d’inchiesta ma si diletta in talk show televisivi a base di chiacchiere, giornalisti come Vittorio Feltri che usano i propri giornali solo per insultare e seminare odio e miseria umana. I nomi ? Semplice, basta guardare le prime pagine e i titoli di quotidiani come “Libero” o “Il Giornale”. I loro direttori dovrebbero rispondere di quei titoli in prima pagina, al Paese e all’Ordine dei Giornalisti di cui in tanti facciamo parte. Ma non succede nulla. Intanto in mare gli ultimi muoiono, fra indifferenza e rifiuto dell’accoglienza. Nulla nasce mai per caso, e questo film dell’orrore si autoalimenta con una cattiveria di fondo, ostentata con un’arroganza che non può continuare.
Il giorno della memoria, oggi è più amaro di sempre. Forse siamo ancora in tempo a cambiare il finale del film, ma occorre farlo in fretta perché poi potrebbe essere troppo tardi, poi potrebbero arrivare una volta ancora le leggi razziali, e il decreto sicurezza è già un segnale chiaro.
Ho letto, prima da ragazzo e poi da uomo adulto, un libro che dovrebbe essere sugli scaffali di tutte le case: il Diario di Anna Frank. Penso che molti lo abbiano letto almeno una volta, sono tante le emozioni che quel diario regala. Scelgo una frase a caso, la scrivo e provo a viverla ogni giorno: “Com’è meraviglioso che nessuno abbia bisogno di aspettare un solo attimo prima di iniziare a migliorare il mondo. Anna Frank”.
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