Di Alfredo Luis Somoza.
Umberto Eco è stato il più grande analista, nei suoi saggi e
attraverso i suoi romanzi, delle bufale costruite ad arte per essere usate come
strumento di lotta politica. O peggio, per giustificare la discriminazione e
l’eliminazione di minoranze etniche o religiose. Nel suo romanzo Il cimitero di Praga svelava
la trama ideata dalla polizia segreta dello zar di Russia per creare consenso
attorno ai pogrom contro gli ebrei, basata sui Protocolli dei Savi di Sion. Clamoroso falso storico, i Protocolli raccontano
che un gruppo di potenti banchieri ebrei si sarebbe riunito nella cittadina
svizzera di Sion per condividere un piano allo scopo di conquistare il mondo. È
la “teoria del complotto” che funestamente ha fatto più strada, citata anche da
Adolf Hitler e, più recentemente, da un senatore italiano. Ma non è certo
l’unica.
Oggi vanno per la
maggiore altre due teorie complottiste: quella del Gruppo Bilderberg, secondo
la quale massoni e banchieri si sarebbero dati un piano per dominare il mondo,
e quella della sostituzione etnica, attribuita al filosofo austriaco
Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, aristocratico paneuropeista vissuto tra
il 1894 e il 1972. I complottisti hanno individuato negli scritti di Kalergi un
passaggio che, secondo loro, nasconderebbe un piano finalizzato a sostituire la
popolazione autoctona europea con immigrati africani e asiatici. Ovviamente si
tratta di una lettura totalmente campata in aria del complesso lavoro del filosofo,
che fu un attento osservatore della società dei suoi tempi. In nome della lotta
a questa presunta “ideologia della sostituzione”, molto citata nell’ambito del
cosiddetto sovranismo in Europa come negli Stati Uniti, si sono verificati
diversi attacchi criminali contro immigrati non bianchi e di religione
islamica. È il caso della recente strage di Christchurch, in Nuova Zelanda. Ma
la lotta contro il piano Kalergi era anche una delle “motivazioni” del massacro
di Utøya del 2011, in Norvegia, che fece 69 vittime tra i giovani militanti del
Partito Laburista, considerato parte di quel fantomatico complotto.
Ma è possibile credere
a un complotto che mira a sostituire la popolazione bianca con immigrati neri?
È già ridicolo porre la domanda. Tuttavia, andando indietro nella storia, si
possono trovare diversi casi, anche macroscopici, di sostituzione etnica.
Furono compiuti nel lungo e drammatico processo di colonizzazione del mondo da
parte delle potenze europee, a partire dal XV secolo, calpestando i diritti
alla terra e alla vita di popolazioni native. Quello più clamoroso fu
l’eliminazione delle popolazioni autoctone delle Americhe, “sostituite” da
coloni bianchi e schiavi africani. Non meno importante fu la colonizzazione
britannica dell’Australia e della Nuova Zelanda: le popolazioni aborigene e
polinesiane furono private dei diritti, espropriate della loro terra e
spesso ridotte demograficamente ai minimi termini da milioni di coloni portati
dall’Europa. Ed è questo il paradosso del piano Kalergi: il gruppo umano
che oggi combatte anche attraverso le stragi l’idea di una sostituzione etnica,
cioè i bianchi di origine europea, discende da coloro che si sono macchiati
delle più massicce e violente sostituzioni etniche della storia.
A differenza di quanto
accade nel caso del fondamentalismo religioso, qui non esiste quel fossato
ideologico che separa le minoranze criminali dalle istituzioni e dalla massa
dei fedeli. Terroristi e rispettabili politici che citano il piano Kalergi
credono esattamente nelle stesse cose. E questo si può facilmente constatare
nelle dichiarazioni dei politici sovranisti, dal Senato australiano fino al
Viminale a Roma, che davanti alla strage in Nuova Zelanda hanno affermato che
il rischio reale resta sempre l’integralismo islamico. Questo accade perché il
complottismo è stato sdoganato come ideologia: nessun fatto di sangue può
modificare la narrazione che vede tutto il bene da una parte e tutto il male
dall’altra. Questa lettura binaria della realtà, che da sempre serve da collante
ai terroristi, diventa pericolosissima quando viene adottata dalla politica,
perché giustifica, minimizza, derubrica fatti di enorme gravità, creando
addirittura consenso sociale verso chi uccide.
Oggi avremmo bisogno di tanti intellettuali come Umberto Eco per spiegare il riproporsi di un meccanismo che, partendo da fatti inesistenti, ha generato nel secolo scorso ideologie responsabili dello sterminio di milioni di persone. Davanti alle bufale che veicolano la negazione della vita umana, nessuna giustificazione va accettata e nessun ragionamento può essere condiviso.
https://alfredosomoza.com/