Di
Giovanni Dato.
In un Paese alle prese con uno dei momenti più
difficili e bui dai tempi della seconda guerra mondiale, il rischio di
abbassare la guardia e di “dimenticare” per un attimo quel che ci circonda c’è
ed è reale. Presi come siamo, in questo momento, dall’unico scopo davvero
importante quale è sopravvivere alla pandemia, l’attenzione nei confronti dei
problemi cronici con cui abbiamo a che fare ogni giorno potrebbe non essere
sufficiente. È questo, in sintesi, l’accorato appello che Roberto Saviano ha
voluto dedicarci in un lungo articolo pubblicato lo scorso mercoledì su
Repubblica (leggi qui). Il giornalista e scrittore partenopeo ha voluto
porre l’attenzione sul problema legato alla criminalità organizzata, alle mafie
e a tutte quelle pratiche illecite e illegali che potrebbero prendere il
sopravvento qualora la pandemia dovesse ulteriormente intensificarsi.
In
poche parole, il rischio di ritrovarci a dover combattere su più fronti è
piuttosto alto, specie se si considera lo spiegamento di forze che al momento è
concentrato principalmente sul contenimento di questo virus maledetto. La
criminalità organizzata, si diceva, potrebbe quindi approfittarne. Ma come? E
in che modo? Innanzitutto, ha affermato Saviano, persino i clan mafiosi si sono
trovati impreparati di fronte all’ondata pandemica e alla potenza dirompente
della stessa. Neppure la mafia cinese, da sempre una delle più temibili e
meglio organizzate, ha saputo anticipare, prevedere o quantomeno contenere i
disagi causati da questo tipo di choc economico, sociale e psicologico.
Pertanto, l’idea che la mafia “nostrana” stia ancora cercando di recuperare
terreno e di rimettere a posto i propri pezzi è effettivamente reale e potrebbe
volerci del tempo perché l’intera organizzazione si risistemi e ricominci a
ripartire.
Ad ogni
modo, ciò non significa che questa situazione resterà tale per molto tempo. Il
timore espresso da Saviano, infatti, è che una volta riorganizzatasi, la
criminalità possa infiltrarsi ancora di più all’interno di ogni aspetto sociale
del nostro Paese, specie tra la popolazione meno abbiente e laddove prodotti
alimentari e soprattutto sanitari dovessero iniziare a scarseggiare. Qualora,
ci si chiede, dovessero davvero venire a mancare gel, mascherine o persino un
pacco di pasta, chi potrà rispondere a una domanda crescente e difficile da
soddisfare? Non solo: che ne sarà di tutti quei bar, quei ristoranti e in
generale di tutte quelle attività che non riusciranno a riaprire una volta che
la pandemia sarà passata?
La
mafia non esiterebbe un attimo a prendere il sopravvento, a fornire i prodotti
aggirando ogni legge e limitazione, a rilevare esercizi commerciali a prezzi
scontatissimi e a mantenere un controllo territoriale che rischierebbe di farsi
ancor più forte e radicato. In un’ottica di breve termine, considerato il
periodo in cui viviamo dove lo spostamento fisico di mezzi e di persone è
decimato e particolarmente controllato, la criminalità non può fare affidamento
su quei modi di operare tipici e consueti che l’hanno resa tanto potente.
Pensiamo alle alluvioni, ai terremoti, alle calamità che hanno colpito il
nostro Paese in questi anni: è lì che la mafia ha fatto alcuni degli affari più
remunerativi di sempre ed è lì che si è fatta trovare pronta e disposta a
tutto, lì dove la disperazione era tangibile, dove la mobilità non era vietata,
anzi, addirittura necessaria.
D’altro
canto, però, se le cose dovessero peggiorare e in vista di una programmazione a
lungo termine, le organizzazioni criminali italiane (ma oseremmo dire mondiali)
non si faranno più trovare impreparate, neppure da questo stallo fisico a cui
siamo costretti oggigiorno. Al contrario, queste approfitteranno ulteriormente
di ogni piccola occasione per insinuarsi ed infiltrarsi tra le maglie della
società, persino tra quelle fino a qualche settimana fa più salde, ma che in
tempi del genere rischiano di sfilacciarsi e sciogliersi come neve al sole.
Quindi, accettando l’invito di Roberto Saviano, va sottolineato che, anche se
al momento è difficile perché la priorità dello Stato è salvare vite umane e
frenare i contagi, è necessario uno spazio di osservazione anche dei fenomeni
criminali, è necessario rimanere vigili, essere sentinelle per evitare di farci
cogliere alla sprovvista dalle mafie, quando tutto tornerà alla normalità.
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