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Ragni, Avvoltoi E Coccodrilli, Una Piccola Storia Ignobile
Di Maurizio Anelli.
Una stretta di mano racconta sempre qualcosa. Racconta un patto, una parola “data”. Tutto questo diventa un valore quando la stretta di mano avviene fra persone degne, fra galantuomini che non hanno bisogno di mettere nero su bianco un contratto perché, appunto, basta una stretta di mano. Quando invece la stretta di mano è in favore di telecamera e sventolata come una bandiera rassicurante, allora quel sorriso diventa un ghigno minaccioso e il significato assume altri contorni: è una stretta di mano che racconta sì un patto, ma fra cacciatori di anime. E così quel patto diventa l’inizio di una strada che conduce alla porta di un inferno. Se Dante potesse riscrivere il Canto III dell’inferno della sua Divina Commedia, nell’aprire quella porta d’ingresso chiederebbe a Virgilio di aiutarlo a capire chi, fra Caronte e gli ignavi che “visser sanza ‘nfamia e sanza lodo”, sia il più miserevole. Questo Paese sembra il fiume Acheronte e il nocchiero delle anime dannate è in folta compagnia: in tanti hanno voluto essere accanto a lui. Osservando poi la natura, per esempio: mi chiedo se esista una qualche differenza fra il ragno, l’avvoltoio e il coccodrillo. Il ragno tesse la sua tela, la costruisce giorno per giorno con pazienza per renderla ampia e mortale. L’avvoltoio aspetta che gli eventi facciano il loro corso, lascia ad altri il compito di sferrare l’ultimo colpo e attende il suo momento. Il coccodrillo si nasconde sotto traccia e poi attacca all’improvviso, spietato. La leggenda e le favole raccontano poi che il coccodrillo versi le sue lacrime dopo aver divorato il boccone. Credo che la storia di questo Paese sia popolata di ragni, avvoltoi e coccodrilli, di Caronte e di ignavi. Da anni il ragno tesse la sua tela, spesso ha cambiato vestito e colore, ma sempre da ragno ha vissuto. Poi un bel giorno ha capito che la tela era pronta e in tanti sono rimasti intrappolati. A quel punto l’avvoltoio ha finito il lavoro, banchettando sui resti. Il coccodrillo talvolta è rimasto in disparte, ma ha sempre reclamato la sua parte e, quando è uscito dall’acqua, ha saputo azzannare senza pietà. Ora versa le sue lacrime, reclama la sua innocenza e prova a raccontare che lui era diverso, che non era d’accordo. Qualcuno sembra disposto a credere alla sincerità di quelle lacrime, ma la storia racconta una verità diversa. E allora è giusto ricordare e raccontare alcune pagine di quella storia, dove ragni avvoltoi e coccodrilli sono stati seduti gli uni accanto agli altri, complici, e si sono stretti la mano.
Agosto 2018 – Il Ministro degli Interni impedisce a Catania lo sbarco della “U. Diciotti”, la nave della Guardia Costiera a bordo della quale ci sono 190 migranti salvati dal naufragio al largo della Libia. La vicenda si chiude il 26 agosto, dopo dieci giorni in cui Matteo Salvini mostra i suoi muscoli: non esiste nessuna circolare a firma del Viminale sulla chiusura dei porti perchè in realtà sarebbe competenza del Ministero dei trasporti, ma lui parla solo di porti chiusi. Quasi in contemporanea arriva la notizia che il ministro dell’Interno Matteo Salvini è indagato per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio.
Ottobre 2018 – Il 2 ottobreil Sindaco di RiaceDomenico (Mimmo) Lucano è stato arrestato. È l’atto finale di un’inchiesta che dura da mesi e l’accusa è pesante: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e affidamento fraudolento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti a due cooperative della zona. Ma la vera “colpa” di Mimmo Lucano è di aver creato, a Riace, quel modello di accoglienza dei richiedenti asilo conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Il Modello Riace funziona, regala prospettive e speranze ai migranti e restituisce vita e dignità a un borgo dimenticato e abbandonato da Dio e dagli uomini. A Matteo Salvini non piace il modello Riace e non gli piace quel Sindaco dal volto umano. La sua guerra a Mimmo Lucano sarà senza limiti e senza confini, dal Movimento 5 stelle non si leva una parola in favore di Lucano, anzi… il sottosegretario M5S, Sibilia, afferma che “il Modello Riace ha creato più indagati che integrati” e all’interno del M5S si parla di “business dell’immigrazione”. Eppure fino a pochi mesi prima parlavano di “paese dell’accoglienza e dell’integrazione”, poi la svolta, in ossequio al Ministro degli Interni.
Dicembre 2018 – La Gazzetta Ufficiale pubblica il DECRETO-LEGGE 4 ottobre 2018, n. 113. Il “famigerato Decreto Sicurezza diventa “Legge dello Stato”. Ci sarà tempo, nei prossimi mesi, di inasprirlo ulteriormente. Si nega il diritto di asilo e si cancella il concetto di protezione umanitaria, si rifiuta l’accoglienza attraverso una Legge dello Stato: di fatto è una legge che umilia e stravolge la Costituzione e che consegna l’Italia al gotha del razzismo legalizzato, all’Apartheid.
Febbraio 2019 – La giunta per le immunità del Senato concede l’immunità parlamentare a
Matteo Salvini, respingendo la richiesta di autorizzazione a procedere del
tribunale di Catania per il caso della nave Diciotti. Tutti i componenti
cinquestelle della giunta votano compatti, Salvini commenta così: “Siamo
una squadra. Al governo c’è una squadra, non ci sono dei singoli, quindi
ringrazio per la fiducia alla squadra”.
Maggio
2019 – Dopo quasi due anni d’indagini cade il
teorema di Carmelo Zuccaro, procuratore di Catania e paladino della crociata
contro le ONG: nemmeno l’ombra di una prova su accuse infamanti vomitate sull’organizzazione
spagnola Open Arms. Una pietra tombale sui legami tra ONG e trafficanti di uomini dopo l’inchiesta
avviata proprio da Luigi di Maio, all’epoca vice presidente della Camera, in
seguito alle sue affermazioni sui “Taxi del mare”. Il teorema è caduto ma
intanto quelle affermazioni e quell’inchiesta tolgono dal Mediterraneo le navi delle ONG. In quel mare
si continuerà a morire, ma senza testimoni. Quell’accusa
sui “taxi del mare” che era solo la prima pietra diventerà una valanga.
Giugno 2019 – Sono i giorni di Carola Rackete e della nave Sea Watch 3. Dopo aver rifiutato di far sbarcare i migranti nel porto di Tripoli, perché non ritenuto porto sicuro, Carola sfida le autorità italiane e porta in salvo i quarantadue migranti a bordo sbarcando a Lampedusa. Il fronte del Governo è compatto al fianco del Ministro degli Interni, e in quei giorni l’attacco alla comandante tedesca è violento: sul Blog delle Stelle si sottolinea la necessità di approvare al più presto l’emendamento del M5S “sulla confisca immediata delle navi che non rispettano le nostre leggi” e Carola è definita “Il Truman Show dei migranti”.
Agosto 2019 – Decreto sicurezza bis, fiducia al Senato con 160 sì: è legge. In questo Paese il “dissenso” diventa “crimine” per legge. Il M5S accetta e vota compatto. In questi ultimi giorni di agosto esplode il caso della nave della ONG Open Arms. La nave è al largo di Lampedusa sotto il sole d’agosto con decine di migranti a bordo, e Il Ministro Salvini si oppone allo sbarco. Il TAR del Lazio boccia il divieto d’ingresso per la nave spagnola e il Ministro della difesa, Elisabetta Trenta, si rifiuta di firmare il blocco voluto da Salvini: “La politica non può mai perdere l’umanità. Per questo non ho firmato”. Da agosto 2018 ad agosto 2019: un anno di complicità e d’inchini, in cui sono state scritte e firmate leggi vergognose. Poi in un’estate ipocrita e fasulla scoppia la crisi isterica di un Governo che dal primo giorno ha vissuto all’ombra di Matteo Salvini. E allora mi chiedo in quale cassetto fosse nascosta l’umanità di cui oggi parla la signora Elisabetta Trenta durante questo viaggio sull’Acheronte durato un anno, quando il nocchiero traghettava all’inferno anime, cuori e cervelli. Dove erano nascosti gli ignavi che ora parlano di umanità quando per un anno intero hanno chiuso gli occhi di fronte a tutto quello che hanno visto e firmato. Quell’anno in cui erano quella squadra, arrogante e sprezzante, capace di dichiarare guerra a quell’umanità che attraversava il Mediterraneo, a chi costruiva accoglienza e solidarietà a Riace, quella stessa umanità che in Val Susa chiedeva e chiede il rispetto di una valle e delle sue montagne. No, nessuna differenza fra Caronte e gli ignavi e nessuna differenza fra ragni, avvoltoi e coccodrilli. C’è chi tesse la sua tela e chi traghetta anime e uomini all’inferno, chi finge di essere diverso e aspetta gli eventi ma intanto partecipa al banchetto. Infine, dopo aver mangiato la sua porzione, versa lacrime di coccodrillo e parla di umanità dopo un anno d’inchini. Tanti anni fa, era il 1992, un poeta armato di chitarra cantava “Spero soltanto di stare tra gli uomini, che l’ignoranza non la spunterà… che smetteremo di essere complici, che cambieremo chi deciderà”. Quel poeta si chiamava Pierangelo Bertoli. Non vinse il Festival di Sanremo ma aveva ragione lui, i poeti sanno vedere meglio di altri dentro le cose della vita. https://www.youtube.com/watch?v=f_A7MyUXutg
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